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FESTIVAL - TERRA E LAGHI -

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VARESE - 27.06.2015 - La nona edizione del Festival Terra e laghi, presentata a Villa Recalcati, si aprirà con lo spettacolo “Butterfly” di Teatro blu, l’1 luglio alle 21 ai Giardini Estensi (in caso di maltempo all’ UCC Teatro di Piazza Repubblica). Il Festival avrà un calendario ancora più ambizioso rispetto agli scorsi anni, fa parte dei progetti integrati nella programmazione di Expo 2015. Nato come progetto italo-svizzero per la promozione turistica e culturale dei territori di confine, ha dato vita oggi a una solida rete tra istituzioni pubbliche e le realtà culturali e artistiche che partecipano offrendo un calendario di eventi davvero ricco ed entusiasmante. «E’ questa un’iniziativa molto bella e che nel tempo ha saputo coagulare attorno alla cultura e in particolar modo al teatro molte realtà territoriali tra cui la nostra provincia e il Canton Ticino, che dà al Festival una risonanza internazionale

– ha dichiarato il Presidente della Provincia di Varese Gunnar Vincenzi – L’importanza di questo Festival emerge, oltre che dal livello degli artisti coinvolti, anche dai numeri: 2 nazioni (Italia e Svizzera); 2 Regioni (Lombardia e Piemonte); 5 Province italiane (Varese, Como, Lecco, Verbania Cusio Ossola, Novara) e la Repubblica del Canton Ticino (Svizzera); 46 Comuni dell'Insubria. Sono previsti 53 spettacoli che vedranno impegnate 35 Compagnie professioniste e coinvolti 100 artisti provenienti da 3 continenti: Europa, America, Asia. 15.000 sono gli spettatori stimati per l'edizione 2015. Dati che stanno a significare il grande lavoro svolto in questi anni e che fanno di questo appuntamento spalmato su più mesi uno dei momenti più rilevanti nel panorama culturale del Varesotto». «Nove anni di straordinarie relazioni internazionali – ha affermato Silvia Priori, Direttore artistico del Festival - di capillare lavoro sul territorio, di collaborazioni con gruppi artistici di rilievo, di tenace ricerca di contributi, di fiducia ottenuta, di sfide coraggiose, di premi. Dal 2007 a oggi nove edizioni di un Festival diventato, grazie anche alla collaborazione di autori, registi, attori, un'eccellenza nell’Insubria. In questi nove anni il Festival ha spiccato il volo portando con sé bellissimi ricordi e calde emozioni, grazie alla presenza, nelle diverse edizioni, di nomi incredibili per un Festival indipendente, gestito da poche persone che lavorano con passione e amore e che hanno accettato di condividere questa straordinaria avventura. Oggi posso dire che Terra e Laghi sia un progetto, non di pochi fondatori, ma di un'ampia collettività che ogni anno ne condivide l’ideale, l’impegno e la gioia. L’idea del Festival è di “portare il teatro fuori dal teatro”: gli spettacoli saranno infatti presentati nei luoghi più caratteristici dell’Insubria: siti archeologici, parchi, ville, canoniche, castelli, piazze e cortili. In questa ottica il teatro diventa uno strumento per valorizzare il patrimonio storico e architettonico appartenente ai territori di confine e reciprocamente queste bellezze fungeranno da splendida cornice agli eventi stessi. La grande adesione degli enti pubblici e privati e lo sviluppo esponenziale del network internazionale a questa IX edizione confermano l'efficacia del know how proposto, e quindi la necessità di continuare a lavorare in questa direzione per il prossimo futuro in modo da poter affinare sempre più il metodo e intensificare le relazioni internazionali fra settore pubblico e privato, e fra le realtà artistiche con particolare attenzione a quelle italiane e svizzere. Auguro a Terra e Laghi di disegnare orizzonti sempre più ampi». Butterfly - Una storia dedicata alla bellezza e alla ritualità, alla fedeltà e all’ onore. Si tratta di una narrazione in opera giapponese tratta da uno studio su “ Madame Butterfly” di David Belasco, scritto e interpretato da Silvia Priori con la regia di Kuniaki Ida e la partecipazione di: Kaoru Saito: soprano, Gruppo Aikido: Francesco Dessì, Federica Di Marino, Soraya Perez, Claudio Sala, Graziano Scicolone, Riccardo Tavolazzi, Gruppo Kotoji (Tamburi Taiko giapponesi), Collaborazione alla regia di Roberto Gerbolès, Musiche: Robert Gorick - Scene: Luigi Bello Costumi: Sartoria Bianchi – Milano e Vittoria Papaleo. Butterfly è una storia d’ amore giapponese. Una delle storie d'amore più profonde che mai siano state concepite. Amore sensuale, erotico ma sublime. Butterfly è una geisha, un'artista del mondo che fluttua, canta, danza e vi intrattiene. Il resto è ombra, il resto è segreto. Raccontiamo la vicenda intima di Butterfly, la sua carica emotiva, la sua purezza, e la sua instancabile attesa in un’ atmosfera esotica. La sua solitudine è l’ alcova per sognare il desiderato incontro con il suo amato, una Penelope orientale che tesse le trame di un amore infinito, fedele, devoto, che va oltre se stessa. Cio-cio-san, si veste di speranza e aspetta. Aspetta il ritorno del suo amato. E’ capace di aspettare e la sua attesa è intrisa di gioia, di ingenue aspettative, di sogni a colori, di incontri che mai si avverranno, di abbracci e di desideri. Ha fiducia, ed è convinta che la sua attesa si possa volgere in gioia nel momento in cui il pennacchio di una nave, un fil di fumo, dividerà in due l'orizzonte del mare di Nagasaki. La nostra Butterfly è la celebrazione della speranza sul confine fra realtà e illusione, dell’affetto materno fino a giungere all’ autoeliminazione per la felicità altrui. LA TRAMA Pinkerton è un ufficiale della marina degli Stati Uniti, che sbarcato a Nagasaki, un po’per vanità e spirito d'avventura si unisce in matrimonio, secondo le usanze locali, con una geisha quindicenne di nome Cio-Cio-San, termine giapponese che significa Madama (San) Farfalla (Chō), in inglese Butterfly, acquisendo così il diritto di ripudiare la moglie anche dopo un mese. Così infatti avviene, e Pinkerton ritorna in patria abbandonando la giovanissima sposa. Ma questa, forte di un amore ardente e tenace, pur struggendosi nella lunga attesa accanto al bimbo nato da quelle nozze, continua a ripetere a tutti la sua incrollabile fiducia nel ritorno dell'amato. Pinkerton infatti ritorna dopo due anni, ma non da solo: accompagnato da una giovane donna, da lui sposata regolarmente negli Stati Uniti, è venuto a prendersi il bambino, della cui esistenza è stato messo al corrente dal console Sharpless, per portarlo con sé in patria ed educarlo secondo gli usi occidentali. Soltanto di fronte all'evidenza dei fatti Butterfly comprende: la sua grande illusione, la felicità sognata accanto all'uomo amato, è svanita del tutto. Decide quindi di scomparire dalla scena del mondo, in silenzio, senza clamore; dopo aver abbracciato disperatamente il figlio, si uccide con una spada donatale dal padre.

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