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SE N'E' ANDATO IN CIELO "L'ALPINISTA CON LE ALI"

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VARESE - Da "LA PREALPINA" - Se n'è andato con un volo e forse non sarebbe potuto essere diversamente. Oliviero Bellinzani, l'uomo con le ali e un cuore infinito, dal pomeriggio di venerdì 22 agosto ha spiccato l'ultimo salto dai suoi 59 anni e dai trecento metri dei fianchi del Grauhorn che stava risalendo. Un salto tragico, dovuto - a quanto pare dai primi riscontri - a uno smottamento della parete che stava scalando con l'amico di tante imprese. Bellinzani, nato a Brenta ma residente a Orino prima e a Cuveglio poi, era ulle rocce del Grauhorm, uno dei tanti tremila che ha affrontato con coraggio e sapienza in questi decenni di alpinismo, alrrenandoli ai mostri sacri della scalata (oltre mille cime): dal Grand Capucin per la Via degli Svizzeri, al Dente del Gigante, dal Cervino sia per la Cresta del Leone e che dalla Cresta Hornli, al Monte Bianco in solitaria, dal Pizzo Badile per lo spigolo nord, alla Punta Dufour

nel Monte Rosa, dalla Piccolissima nelle Tre Cime di Lavaredo per la Via Cassin a tante altre raccontate nei suoi libri.Se l'è preso la montagna che amava al punto da dedicargli tutta la sua vita. Dagli inizi, quando - appena persa la gamba in un incidente stradale - Oliviero, che aveva un ragguardevole palmares di premi alpinistici, "si tirava su" nei campi a sbalzi, fino all'ultima impresa postata sul suo sito, i 3366 metri del Breithorn Sud. Era lo scorso luglio. "Se si vuole ottenere - così scriveva Oliviero Bellinzani nel suo sito - molto bisogna essere disposti a pagare molto, soltanto così è possibile entrare dentro le cose, oltre l’apparenza, fino a viverle, a sentirle come proprie, persi in una dimensione atemporale. E’ l’infinito che irrompe, pretende il suo spazio e da piccola parte di un mondo a noi esterno, d’un canto ci si ritrova partecipi di un tutto, tanto da poter avvolgere in un unico abbraccio l’universo intero”. Da venerdì 22 agosto, Oliviero non ha più bisogno di scalare il cielo per abbracciare l'universo. m.v. -

 

COSI SCRIVEVO NEL LUGLIO DEL 2005 SU LA "PREALPINA" - RIPRENDENDO UN SUO RACCONTO ...BRENTA –  Nuova e spettacolare impresa di Oliviero Bellinzani, l’alpinista disabile che ha vinto, dopo una lunga serie di cime italiane e straniere anche il Pizzo Badile, una vetta che aveva già tentato nel 2002 e che fu costretto alla resa quando superata la Val Bondasca, con bivacco in parete, fu costretto a rientrare in cordata doppia il mattino seguente. Dice lo stesso Bellinzano la causa non fu un insuccesso personale, ma causata da serie difficoltà ad una cordata di altri alpinisti che, con giusta ragione, la cordata di Oliviero si sentì in dovere di aiutare. Come commenta lo stesso Oliviero: “Tuttavia, essermi dovuto ritirare in quel modo, a un passo dalla vetta, mi bruciava maledettamente. Sicché, quando Massimo Magnocavallo, mio compagno di tante avventure, mi propose di nuovo la salita, non stetti tanto a pensarci su e gli dissi subito di sì. Passai tre giorni e tre notti infami: incubi» angoscia, nervosismo. Modificai il piede della protesi per l’arrampicata ma, avendola usata pochissimo, non mi fidavo, e alla fine optai per farne a meno. Nel pomeriggio, saliamo a Sash Foura, con la vetta negli occhi. E in condizioni perfette, pulito dalla neve, mentre nel 2002, era ben diverso con le nevicate d'agosto. Cosi in un'ora e 20' siamo al rifugio. Mi sento pronto, ben preparato e caricato al punto giusto, ma non posso evitare la solita forte tensione. Fa parte della mia indole: dubbi, incertezze, angosce mi tolgono il sonno, ma so che quando partirò, tutto scomparirà per lasciare posto solo alla determinazione di arrivare in vetta.” Cosi alle quattro meno dieci del mattino, con una sola gamba e le stampelle Bellinzani ha affrontato la nuova impresa, arrampicandosi sulle rocce. “Il primo tiro è mio – continua Bellinzani - torno ad assaggiare la rugosità di questo magnifico granito e le paure sull'aderenza con un solo piede svaniscono: non scivolerei nemmeno volendo. Terzo tiro in traverso, ed esco sullo spigolo vero e proprio, assaporando il piacere di arrampicare, la sensazione di libertà che provo nell'essere lì, nel ciclo, Niente protezioni, solo le soste. Siamo al muro da superare in traverso. E’ il mio turno da primo di cordata. Attendo con impazienza che il secondo cliente della guida Mario Castiglioni passi, istruito da Massimo, e vado. “ Il racconto del Bellinzani narrando anche delle difficoltà di quel piede artificiale di cui non avverte la vera presa, parla poi della borraccia che si è sfilata dallo zaino durante uno degli innumerevoli saltelli sulle placche, precipitando, ma anche del sole alto e caldo e di come, superato il tratto che lo vide già nello stesso luogo nel 2002, lì dove aveva perso il “treno” per la vetta. Poi si passa alla volata finale e lo stesso Bellinzani a ricordare: “Supero un ostacolo con facilità, ma una volta sullo spigolo mi trovo davanti un pauroso strapiombo completamente scoperto. La roccia è tornata rugosa e fessurata. Il moncone appoggia magnificamente infondendomi sicurezza, e risalgo questo tratto interamente sulla destra del filo, in piena esposizione. Una volta in sosta, mi complimento con Massimo per la sua determinazione, e proseguo lungo la via. Tiro dopo tiro, quasi sempre in cresta o poco sotto, finalmente ecco la vetta. Sono le 14: abbiamo impiegato otto ore, e le cordate che ci precedevano ci festeggiano, Emozionato, mi slego, sedendomi sotto l'obelisco di vetta, che sembra additare il cielo e provo ad esprimere i miei sentimenti nelle poche parole dell'sms che invio a Brunella, la mia compagna: "Sono in cima…vorrei piangere". Ed è a qual punto che il suo pensiero corre ad un’amico scomparso, ad un compagno di tante scalate tragicamente morto nei giorni scorsi, a causa di un mortale incidente sul lavoro e cosi spontaneo Bellinzani, ricorda il mombellese Franco Bressan, 48 anni, morto la scorsa settimana alla Cartiera Merati di Laveno e a lui dedica questa sua nuova impresa, mentre la in vetta, vicino al cielo, lo ha sentito vicino più che mai mentre il vento sulla vetta sembrava portargli con la carezza, anche il suo incitamento. Poi la discesa senza incidenti e anche Pizzo Badile entra fra le vette scalate da questo indomabile protagonista " quale è.........Stato Oliviero Bellinzani. (CLAUDIO PEROZZO)

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