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COLONIA LAVENO DI MARINA DI PIETRASANTA
LAVENO MOMBELLO – 12.09.2015 - Anche se rimane il simbolo del degrado e dell’abbandono, l’ex “Colonia Marina-Laveno” di viale Apua a Pietrasanta, è stata finalmente in parte ripulita dall’Asl di Massa Carrara, dopo che nelle scorse settimane si erano levate le proteste da più parti, per lo stato di grave abbandono (vedi foto di oggi). La colonia, che fu di proprietà delle ceramiche lavenesi e che vede ancora sulla facciata principale le note formelle artistiche ceramiche che fanno battere il cuore ai lavenesi, al punto da richiederle per esporle al Museo della Ceramica di Cerro, doveva diventare prima un’albergo, poi sembrava che fosse solo questione di mesi la sua trasformazione in un centro di cura per animali, quando nell’aprile del 2014, l'Onlus con vocazione naturalistica, la Corbia di Massa Carrara -Corpo Boschivo Ittico Ambientale – la stava per acquisire,
tanto che una delegazione guidata dal presidente Simone Badalamenti, aveva fatto visita all’ex sindaco di Laveno Mombello, Graziella Giacon, per ragguagliarla sulle proprie intenzioni, sottolineando che Il loro obiettivo era quello di attrezzare la ex colonia, mantenendo e conservando il patrimonio storico tuttora presente sulla facciata dell’edificio. Non solo, ma era stata manifestata l'intenzione di dedicare una sala alla storia delle ceramiche lavenesi. Poi più nulla. Lo stesso presidente della Corbia Badalamenti, ha comunicato ieri come, dopo aver fatto richiesta di acquisirla con un investimento di due milioni di euro, ha visto l’ASL indire un bando pubblico con base d’asta di 2 milioni e 950 mila euro, ma con il vincolo eventuale della Soprintendenza che entro sei mesi dall’acquisizione avrebbe potuto porre dei vincoli e pertanto l’asta è andata deserta. Badalamenti si dice ancora interessato alla colonia e tornerà alla carica il prossimo anno, ma chiedendo lo stabile in affitto, per trasformarlo sempre in una clinica per animali. Nel frattempo la situazione era andata peggiorando. L’area circostante all’ex Laveno si era trasformata in una boscaglia a cielo aperto, con rifiuti e rovi. Un degrado che creava disagi e proteste da parte dei residenti e turisti della zona. Da qui finalmente una parziale pulizia dell'area cicostante. Le formelle in ceramica che fanno da ornamento alla facciata, sono abbandonate al proprio destino, tanto che alcune sono già state rubate, ed altre sono state rotte. Ora ingresso e finestre al piano terra sono state murate. La colonia rappresenta un'importante pezzo di storia lavenese, oltre che per la sua vocazione passata che l'ha vista per diversi decenni ospitare i figli dei lavoratori della ceramica; ma è anche storia di un passato che fece della città lacustre un centro di particolare importanza, per la ricca produzione ceramica, non solo industriale e d'uso, ma anche artistica. Le artistiche formelle in ceramica erano state realizzate a Laveno ad opera della cittadina onoraria Antonia Campi.