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ANNIVERSARIO DELL'AFFONDAMENTO DEL BATTELLO MILANO

LAVENO MOMBELLO - 26.09.2015 - Ricorre oggi, 26 settembre, il 71° anniversario dell'affondamento del battello Milano, che in rotta fra Laveno e Intra venne attaccato e mitragliato da 6 velivoli angloamericani il 26 settembre del 1944. Ucciso il capitano al timone, fu un passeggero che, con il natante in fiamme, riuscì a condurlo sino a Punta Castagnola, nei pressi di Villa Ermitagie di Pallanza, dove si riuscì a sbarcare i superstiti. Perirono fra gli altri il capitano Antonio Colombo, il marinaio Giovanni Tarazza ed il fuochista Giuseppe Colombara. Ufficialmente le vittime furono 26 (12 civili e 14 militi della RSI), ma alcune fonti affermano che probabilmente i morti furono di più. Nel pomeriggio dello stesso giorno, le corde che trattenevano legato agli alberi della riva il relitto annerito del Milano si ruppero, ed il battello andò alla deriva allontanandosi sino a 250 metri da Punta Castagnola,

qui si spezzò in due e affondò (il relitto, che si trova a 235 metri di profondità, è stato rinvenuto, grazie ad una ricerca dei Vigili del Fuoco, durante un'esercitazione, nel 2007). Gli aerei inglesi attaccarono il battello «Milano» si disse, perché a bordo c’era un reparto del battaglione «M» Venezia Giulia, che stava tornando dalla scuola di Varese della Guardia Nazionale Repubblicana (G.N.R.) ma a bordo vi erano anche molti sfollati, civili, che si erano imbarcati a Laveno per raggiungere la sponda piemontese del lago. Furono tre le motonavi che in due giorni vennero affondate sul Lago Maggiore, tutti e tre i piroscafi della classe Milano, furono colpiti, il Torino e il Genova, attraccato a Luino, su quest'ultimo non ci furono vittime, mentre furono parecchie anche quelle a bordo del Torino. Le cifre discordano a seconda delle fonti. Il Torino fu recuperato, riconvertito in motonave, da piroscafo qual era, ed è possibile vederlo tutt'ora navigare sulle acque del Maggiore. Le immagini di quel che riamane del "Milano" sui fondali del lago, erano state presentate al comando provinciale dei vigili del fuoco di Verbania. Il relitto, appariva adagiato a circa 230 metri di profondità, nella zona della Villa Ermitage a Pallanza. Le immagini rese possibili in seguito ad operazioni subacquee, piuttosto complesse dal un punto di vista operativo, che hanno coinvolto 26 sommozzatori dei comandi di Milano e di Como dei vigili del fuoco. Le operazioni hanno impiegato un side scanner per la mappatura del fondale , ed un robot sottomarino munito di telecamera che ha permesso la documentazione visiva del relitto. Per ora il Milano, spezzato in due resta li nel lago, a 230 metri di profondità, visto che l'ipotesi di un suo recupero appare poco probabile e ben lontana dalle intenzioni.

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