NESSUN INQUINAMENTO DEL LAGO MAGGIORE DA PARTE DEL JRC DI ISPRA

Da "La Stampa" Nessun inquinamento del Lago Maggiore da parte del JRC di Ispra - ISPRA - Di Chiara Fabrizi - Il dato diffuso da Legambiente sulle emissioni di trizio nelle acque del Lago Maggiore è falso, frutto di un errore di interpretazione dell’annuario dell’autorità di controllo nazionale, l’Istituto superiore per la protezione e le risorse ambientali»: Celso Osimani, capo unità di disattivaz ione degli impianti nucleari del Joint research centre della Commissione Europea di Ispra, va subito al nocciolo della questione e contesta l’allarme degli ambientalisti.

«E’ stato sommato il dato relativo al trizio scaricato in acqua a quello emesso in dispersioni aeriformi, somma che dà un totale di 341 miliardi di Bequerel - spiega -. Ma la quantità rilasciata dal Jrc nelle acque del lago, nel 2010, è di 1,5 giga di Bequerel, cioè 300 volte inferiore al numero presentato da Legambiente». E’ quindi ingiustificata, secondo Osimani, ogni preoccupazione per le persone e per l’ambiente: «Ci sono due aspetti da chiarire. Il primo è che tra tutti gli isotopi, il trizio è quello meno pericoloso, perché emette radiazioni di tipo beta, meno nocive per il corpo. Il secondo riguarda la sua emissione: la dispersione in quota del trizio in stato aeriforme è immediatamente sottoposto ad un effetto di diluizione tale che il valore della dose registrato è estremamente irrilevante». Tutto ciò è documentato e dimostrabile: «Ogni dato derivante dal monitoraggio che il Jrc effettua, viene esaminato e validato con ulteriori indagini dall’autorità di controllo». Che ha imposto limiti molto severi. Osimani: «I parametri nel nostro Paese sono molto più restrittivi rispetto a quelli in vigore in altre nazioni europee». Le scorie presenti nel centro di ricerca di Ispra, pari a meno dell’uno per cento della radioattività totale in Italia, sono il retaggio dei due reattori di ricerca nucleare messi fuori servizio nei primi Anni ‘80. Osimani: «Nel 1999 è partito il programma di disattivazione. Dopo aver posto i due reattori in uno stato di conservazione in sicurezza, è cominciato quello che potremmo definire impropriamente lo smantellamento dell’impianto. La maggior parte del materiale nucleare, uranio e plutonio, per intenderci, è già uscito da Ispra. Ora stiamo trattando il materiale solido: dopo averne rimosso o ridotto la radioattività, viene introdotto in contenitori studiati per resistere nel tempo e caratterizzati da una carta d’identità che ci consente di sapere esattamente cosa andiamo a stoccare». In attesa che il Governo italiano individui un sito per il deposito delle scorie nucleari, infatti, il materiale trattato resta al Jrc. «Stiamo terminando i lavori del deposito temporaneo - rivela Osimani - richiesto dalle autorità di controllo. Entrerà in esercizio nel 2013, mentre il programma di disattivazione, che può contare su un budget di 750 milioni di euro, dovrebbe concludersi nel 2025-2028 con il trasferimento dei rifiuti condizionati nel deposito nazionale. In tutto questo periodo e anche oltre, il Jrc continuerà a vigilare sui rischi delle radiazioni ionizzanti». Un’affermazione che dovrebbe rassicurare anche i sindaci della sponda piemontese del Lago Maggiore, da Verbania a Dormelletto: «Sono disponibile ad incontrarli e a dare tutti i chiarimenti in merito» dichiara Celso Osimani.

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