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SOCCORSO ALPINO A PAGAMENTO.. SE NON ATTREZZATI

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VERBANIA - O5.10.2015 - Soccorso Alpino a pagamento se non attrezzati? Ma probabilmente anche per falsi allarmi. La Regione Piemonte ha allo studio una nuova norma sull'esempio di quanto già deciso da Lombardia e Valle d'Aosta. La legge sarà presentata entro poche settimane, in tempo per la stagione invernale. Gratis gli interventi "sanitari". Il quesito in discussione, visti i numerosi interventi che si sono registrati negli ultimi mesi, alcuni anche sopra le righe, è - fuori Provincia Soccorso Alpino a pagamento se non attrezzati?- In altre parole: "Sul ghiacciaio con le scarpe da tennis, in alta quota sotto il temporale, oppure in parete con una spalla rotta." Sono del resto molte le ragioni per cui si chiama l'elisoccorso. Forse troppe. E così da tempo si discute se far pagare un servizio che costa alla collettività migliaia di euro e non sempre viene utilizzato in maniera opportuna.

La Lombardia ha presentato lunedì una bozza di tariffario che prevede una compartecipazione alla spesa fino a 780 euro in caso di uso ingiustificato dell'elicottero di soccorso, con uno sconto del 30 per cento per i lombardi, mentre i "forestieri" dovranno pagare la cifra piena. Anche il Piemonte sta lavorando a un provvedimento, sulla scorta di quanto fatto da altre regioni. Tra i primi ad affrontare la questione è stato il Veneto che ha approvato una norma rigida, che prevede, oltre allo sconto per i residenti, il pagamento di un ticket anche da parte dei feriti (25 euro al minuto fino a un massimo di 500 euro) nel caso in cui l'incidente per cui viene allertato il soccorso avvenga durante un'attività ricreativa rischiosa, come l'arrampicata, lo scialpinismo o il parapendio. L'assessore Antonio Saitta presenterà la legge entro qualche settimana e sicuramente in tempo per la stagione invernale. Non ci saranno sconti per i piemontesi e gli interventi di tipo "sanitario" resteranno gratuiti. Per gli altri il servizio sarà in parte, o del tutto, a carico dell'escursionista. In Piemonte le chiamate per il soccorso in montagna sono circa 500 all'anno, un quinto di quelle complessive. Dai verbali del 2014 risultano, in base al codice di gravità, 49 bianchi, 235 verdi, 178 gialli, 9 rossi, 23 recuperi salme, 27 ricerche di dispersi. Ma vi è poi la questione dei soccorsi in notturna. Tuttavia la Rega svizzera, che ha una delle sue basi proprio a Locarno può intervenire anche di notte. Questo, perché come noto, i velivoli italiani dell'elisoccorso non possono muoversi la notte se non da eliporto a eliporto (come dimenticare i soccorritori della prociv laveno e dei VF inchiodati sulla parete del Sasso del Ferro con una coppia di tedeschi, per l'intera notte di due anni fa. Proprio perché gli elicotteri di soccorso nella notte non possono volare). Così l’eliambulanza della Rega -Guardia aerea svizzera di soccorso- ha spesso effettuato interventi anche in Italia. Ma perché in Italia gli elicotteri del soccorso non sono abilitati al volo notturno? Per l’ennesima volta l’interrogativo è ritornato attuale. In passato, Guido Bertolaso, l'ex responsabile della Protezione Civile Italiana, aveva cercato invano di adeguare la normativa a quanto avviene nel resto d’Europa. A chi gli chiedeva di sollecitare una soluzione del problema, rispondeva sconsolato: "È incredibile, ma nonostante tutti gli sforzi continuo a cozzare contro un muro". La solita burocrazia o altri veti davvero incomprensibili? A Macugnaga gli elicotteri dell’Air Zermatt (che in Vallese opera per la Rega) hanno salvato diversi alpinisti. Anche di notte, confermando una professionalità e un’esperienza eccezionale. In un’altra occasione hanno tratto in salvo in pieno giorno una cordata italiana sul Rosa, dopo che l’elicottero del 118 aveva rinunciato. È penalizzante sentire i commenti svizzeri: "Ci tocca venire in Italia a salvare la gente con gli elicotteri Agusta che acquistiamo da voi…". Un’altra questione relativa agli interventi della Rega riguarda i costi. È evidente che l’elicottero è caro e in queste occasioni non si possono risparmiare i minuti. Invece con il 118 in Piemonte e Lombardia è tutto gratis. E poi ci lamentiamo della voragine della sanità. Nell’Ossola (e non solo) parecchi alpinisti versano una quota assicurativa della Rega: circa 30 franchi svizzeri (25 euro). È una doppia cautela. E così gli interventi non costano nulla. L’hanno imparato anche diversi «fungiatt». Ma forse, e prima di tutto occorre un nuovo richiamo alla prudenza.

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