110 MILA PER LA "STAMPA" ALLE FRECCE TRICOLORI

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ARONA - 04.06.2016 - DA "LA STAMPA " di Cinzia Bovio Sono arrivati in 110mila, quasi trentamila in più rispetto alle attese della vigilia. Alle 14 erano tutti con il naso all’insù per l’inizio dello show: ad aprire l’esibizione ci ha pensato la pattuglia civile dell’aviazione elvetica. Poi è stato il turno dei mezzi anfibi dell’aeroclub di Como, dell’elicottero da soccorso in acqua dell’aeronautica militare, dei due motoalianti «Fournier» e dello show acrobatico del pilota Guido Raciappoli a bordo di uno Zlin-50. Le Frecce si sono alzate in volo alle 15,25 da Cameri, emozionando tutti i presenti con alcuni classici del loro repertorio: il «cuore», la «scintilla tricolore» e il «lomcovak» del solista. Grandi applausi anche per l’«alona» finale, una gigantesca bandiera dedicata alla Nazionale di calcio. «È stato bellissimo, anche se non facile per le condizioni climatiche - spiega il comandante delle Frecce, Jan Slangen -.

Mi piacerebbe ritornare: riuscivo a sentire gli applausi del pubblico, anche con le cuffie. Mi ha emozionato molto il momento dell’inno: hanno cantato tutti». Pure il sindaco di Arona è entusiasta: «Ci siamo già ricandidati fra due anni». È la prima voce femminile a raccontare lo spettacolo delle Frecce tricolori. Da due anni il tenente Liberata D’Aniello, 27 anni, di Pompei, ha realizzato il suo sogno. Un desiderio nato quando era bambina. Come è scoccato il colpo di fulmine? «Vidi uno show della Frecce a Salerno. Ero piccola: ma rimasi estasiata. Da quel momento, decisi che sarei entrata nelle Frecce». Il percorso? «Solo nel 2000 le forze armate, compresa quindi l’aeronautica militare, ha permesso l’ingresso alle donne. Dopo il liceo, nel 2007 ho superato il concorso per entrare all’accademia aeronautica che ha sede a Pozzuoli e dove per un anno ho anche incrociato il capitano Mariangela Valentini. Ho scelto poi di essere assegnata alla pattuglia acrobatica. Dopo i colloqui con il comandante delle Frecce e i responsabili delle pubbliche relazioni, le mie speranze si sono realizzate». E come è diventata speaker? «Non c’è un vero e proprio corso. Si impara con l’affiancamento agli altri speaker. Io ho iniziato con l’attuale speaker uomo, Andrea Soro, che mi ha insegnato tutti segreti del mestiere. Con la sua alterno la mia voce negli spettacoli, in un racconto che diventa così più dinamico, come nel caso di Arona. Si crea una complicità particolare. Del resto la fiducia è una componente essenziale per il 313° gruppo addestramento acrobatico “Frecce tricolori” » Cioè? «Si deve creare un patto di assoluta fiducia tra tutti: i tecnici che preparano l’apparecchio nella massima sicurezza, i piloti fra loro, il comandante che dà gli ordini da terra e gli speaker». È rimasta l’unica donna nel 313° gruppo? «No, oggi tra i 100 siamo in due. Io e l’ufficiale Elisa Rossi che si occupa della parte manutentoria». Qual è il compito dello speaker? «Descrivere lo spettacolo e fare percepire la difficoltà che c’è dietro all’esecuzione di ogni sofisticata manovra». Si dice che i piloti siano molto scaramantici: anche gli speaker? «È vero per i piloti, ma personalmente non lo sono molto, nonostante le mie origini napoletane. Comunque, meglio non parlarne…».

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