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CHIUDE DEFINITIVAMENTE IL CENTRO IPERBARICO LAVENESE

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LAVENO MOMBELLO – 30.03.2017 - Si conclude amaramente per il territorio, per i pazienti e per il sistema sanitario del Verbano, oltre che per le centinaia di appassionati degli sport subacquei dei laghi che vedevano in questa struttura un punto di riferimento per la propria sicurezza, la vicenda della Camera Iperbarica di Laveno Mombello. Dopo aver accarezzato per giorni la giusta strada di rivolgersi al Consiglio di Stato, a seguito del rigetto al ricorso al Tar proposto dal Centro Iperbarico, contro la delibera dell’ATS di Varese che ne aveva disposto la sospensiva all’autorizzazione sanitaria, l’amministrazione dell’importante struttura lavenese ha “gettato la spugna”. In una breve nota la stessa Amministratrice Tiziana Petoletti afferma rassegnata: “Volevo informarla che Lunedì mattina ho presentato istanza per nomina di un liquidatore per chiusura definitiva del Centro Iperbarico. Purtroppo in questa vicenda ha vinto la burocrazia. I dirigenti ATS che non hanno mai voluto affrontare la vicenda come si sarebbe dovuto ovvero cercando di "costruire e salvare" e non di "distruggere"

(solo al fine di dimostrare una loro tesi peraltro a mio giudizio piuttosto strampalata). Unici e soli sconfitti rimangono loro: i malati. Ma anche qui la ATS ha una risposta pronta: "non abbiamo richieste da parte dei medici di base per la terapia iperbarica"... Già ma come fanno i medici di base a scrivere impegnative per andare in una struttura che a tutti gli effetti è chiusa… Le solite contraddizioni all'Italiana. Ora la parola passa a tutti gli effetti alla Magistratura. Hanno accusato l'amministrazione di non aver aggiornato il DVR e precisamente di non aver aggiornato l'art. 29 del DVR. Bene l'articolo 29 va aggiornato ogni qualvolta si "modifichi il processo produttivo dei una azienda". Il centro non ha mai modificato il processo produttivo infatti dal lontano 1992 eroga solo prestazioni di ossigeno terapia iperbarica. Chissà se almeno i Giudici riusciranno a fare chiarezza sulle presunte (già fino a sentenza le violazioni sono presunte) violazioni del decreto 81/08? E quindi rimane l'amarezza di costante che si è chiusa una struttura essenziale per il territorio solo su "presunte" violazioni. Attendiamo le sentenze. Sempre fiduciosi che si possa definitivamente fare chiarezza.” Nello stesso comunicato l’amministratrice fornisce un dettagliato fascicolo in merito alla storia che ha portato alla chiusura della struttura lavenese ed iniziata il 16/05/2015 con la sospensione da parte dell’allora ASL di Varese dell’accreditamento sanitario, vietando il proseguimento dell’attività di cure erogate ai malati. In difesa di questo Centro vi era stata una raccolta di centinaia di firme e la nascita di un Comitato dei Malati, che ha interessato da “Striscia la Notizia”, ai molti politici regionali sino al Presidente della Repubblica, al Ministro della Sanita e ancora recentemente il Comitato aveva inviato al Ministro dell'Istruzione Fedeli una denuncia circa presunte irregolarità riscontrate nel bando presentato per istituire il corso di Master in Medicina Subacquea ed Iperbarica di Varese. Oltre a manifestare il proprio sconcerto, alla notizia del rigetto del TAR al ricorso del Centro contro la sospensione dell’accreditamento, affermando che ancora una volta in questa vicenda sono i pazienti ad uscire sconfitti, per una storia dai contorni burocratici alquanto discutibili sin dall’inizio, non ricevendo l’attenzione dovuta da parte degli organi competenti, che hanno ruotato attorno a questa vicenda, che vede i malati che sono stati i primi a subire i danni di quella che viene definita una guerra mediatica e legale tra le parti. Certo è che alla fine paga il territorio, pagano i più deboli, che dovrebbero invece essere tutelati. (C.P.) -

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