News

NO AL MOTOCROSS PER QUESTIONI DI PTG E SIC

  • Stampa

LAVENO MOMBELLO – 03.07.2017 - Si tratta di un terreno agricolo boschivo e per di più vincolato come SIC (Sito di Interesse Comunitario), quindi no ad una attività sportiva. Questa in sintesi la risposta del sindaco di Laveno Mombello in merito ad una interrogazione del capogruppo di “Sovranità Indipendenti” gruppo consiliare di minoranza Libero Antonio Biddau, che chiedeva una deroga o soluzione per consentire l’attività sportiva a favore dell’ Motoclub SCAG, la cui sede e area è collocata in via Sangiano a cavallo dei due comuni di Laveno e Sangiano. Si parla di un’associazione sportiva presente sul territorio dal 1956 e protagonista di importanti pagine sportive a livello nazionale e internazionale visto che la pista da motocross ha ospitato gare nazionali e internazionali e persino gare mondiali che hanno portato a Laveno Mombello decine di migliaia di appassionati di questo sport. Poi a seguito di una diatriba con alcuni residenti sfociata in una sentenza davanti al giudice scattò una sospensiva. Questo il testo dell’interrogazione e la risposta del sindaco… BIDDAU "Questa sera vogliamo porre all'attenzione di questo Consiglio comunale e in particolar modo a questa Amministrazione comunale la situazione relativa al motoclub SCAG,

associazione sportiva presente sul territorio addirittura dal 1956, che ha dato lustro al nostro comune con organizzazione di eventi negli scorsi anni di grossa rilevanza, culminata nientemeno con delle tappe del Motomondiale di motocross. Negli ultimi cinque anni i soci di quest'associazione si sono adoperati a ripulire e rendere percorribile il tracciato storico, quello delle gare di motocross appunto, per poi fruirne con le loro moto di proprietà. Questi non sono veicoli da competizione bensì tutti regolarmente provvisti di targa e immatricolazione, mezzi omologati per la circolazione stradale e che rientrano nelle vigenti leggi di emissioni acustiche. L’associazione inoltre ha in questi quattro anni organizzato eventi che hanno portato nel nostro territorio numerosi appassionati da tutta la provincia e non solo. Ovviamente questo tipo di manifestazioni sono la linfa vitale per questa società perché ne permettono la sopravvivenza. Ma nello scorso mese di marzo 2016 probabilmente l’attuale Amministrazione comunale è stato di diverso avviso facendo pervenire alla stessa una lettera allegata a questa interrogazione, protocollo numero 14973 in data 28.10.2016 diffidandola dal praticare questa attività sportiva su un terreno, ovvero la ex pista di motocross, ad uso agricolo boschivo. Questa in risposta alla petizione popolare che la SCAG ha presentato al comune di Laveno Mombello, allegata a questo atto e sottoscritta da 700 persone, di cui 200 residenti del comune, dove si chiedeva di non far morire l’ennesima società che porta persone vive in un territorio che pian piano sta spirando. Siamo fermamente convinti che la motivazione stia nel fatto che la missione di questa Amministrazione in questi cinque anni sia avere meno problemi possibili, perché è molto più semplice dare esclusivamente ascolto a 20 nuclei familiari, dei quali peraltro solo alcuni abitano nei pressi del tracciato, che si lamentano di un presunto inquinamento acustico per sole due mezza giornate la settimana e per qualche evento domenicale, si parla di tre o quattro all'anno, e siamo convinti che pari inquinamento del traffico che scorre ventiquattr'ore su 24 sulla provinciale adiacente sia ancora più fastidioso. Più semplice che dare la possibilità alle 700 persone di sedersi ad un tavolo e trovare un compromesso tra la quiete delle mura domestiche e la passione per uno sport. Possibile che non si possa discutere la questione? Come è possibile che in molte altre parti della Lombardia e in Italia altri motoclub riescano ad avere le deroghe per questo tipo di manifestazioni e a Laveno Mombello ciò non sia possibile; è una scelta politica? Se così fosse sarebbe ulteriormente grave, ci sarebbe la privazione a molte persone ad esercitare il diritto allo sport. Siamo convinti che seduti ad un tavolo sia possibile trovare un compromesso tra le parti consentendo all’associazione di continuare ad operare e agli abitanti di stare tranquilli nelle loro abitazioni. Nondimeno agli appassionati che esercitano la pratica motoristica in questione, enduro, avrebbero un’area a loro dedicata, anche per i più giovani, dove le regole e la sicurezza sarebbero garantite, diminuirebbero i passaggi delle moto stesse nei sentieri che ci circondano andando a decongestionare i passaggi nelle nostre valli. Grazie". RISPONDE IL SINDACO - "Una risposta alla sua interrogazione e una risposta anche a chi ha fatto la petizione è già stata data, nel senso che si è detto che essendo stato individuato nel piano di governo del territorio del 2014 quei terreni come agricoli e boschivi, nelle destinazioni d'uso di quei terreni non sono previste attività di questo tipo. Quindi se è stata fatta una scelta politica, come fai rilevare tu nei nostri confronti, forse la scelta politica era più legata all'individuazione urbanistica della zona, quindi deroghe al piano urbanistico non ne possono essere ammesse. Tu puoi derogare, attento, il termine è improprio, io posso destinare terreni ad uso diverso solo nel momento in cui io faccio una variante al piano di governo del territorio che preveda che nelle nuove zone vengano destinate quelle nuove zone vengano destinate a nuove attività. Le deroghe al piano di governo del territorio non sono ammesse, perché se deroghi al piano di governo del territorio allora domani mattina io chiedo la deroga e alzo di un piano la mi a casa, cosa che non è possibile perché le norme di piano di governo del territorio sono vincolanti. Quindi, la riproposizione della vostra interrogazione o la riproposizione della petizione può essere fatte nel momento in cui si va a fare la variante al piano di governo del territorio e in quell'occasione si potrà verificare se le aree attualmente destinate agricolo o boschivo possono essere destinate ad altre iniziative. Nulla vieta che avvenga però deve avvenire all'interno di uno strumento urbanistico che preveda cosa si può fare in una zona piuttosto che in un'altra. Poi, che la zona addirittura sia interessata ad un SIC e che faccia parte di pareri vincolanti da parte della comunità montana è un ulteriore passaggio che andrà fatto perché non possiamo noi modificare alcune zone se non abbiamo il parere del piano edilizio forestale o nel caso specifico del sito di identità comunitaria, quindi da questi aspetti non si può prescindere. Quindi le deroghe non sono ammesse nel piano di governo del territorio, si può arrivare a modificare le aree che voi avete indicato come possibile attività, ma solo nel momento in cui si fa la variante al piano di governo del territorio. Non ho altro da aggiungere." Il Consigliere Comunale Capogruppo Libero Antonio Biddau si dichiara non soddisfatto.

e-max.it: your social media marketing partner