BAGNINO A MACCAGNO SALVA UN VENTENNE IN PROCINTO DI ANNEGARE

MACCAGNO – 07.08.2017 - Giocano sulla piattaforma galleggiante posta davanti al parco Giona a Maccagno, che ampia una decina di metri, oltre che dai bagnanti viene utilizzata anche come attracco per le imbarcazioni, ed uno dei giovani di colore finisce nel lago e rischia di annegare sotto gli occhi sgomenti dei compagni. Il giovane era in gita con altri 5 ragazzi, ed una educatrice italiana. E’ avvenuto ieri mattina domenica, attorno alle ore 10,45 a pochi metri dalla riva, ma con il lago che in quella zona è già profondo circa 4 metri. Il giovane, un ventenne nativo dello Zambia, si è trovato subito in difficoltà e non riusciva a riemergere. La scena è stata fortunatamente vista da riva dal bagnino di salvataggio della Multiservizi Italia Srls di Marzara del Vallo, che dal 21 giugno scorso si è aggiudicata il servizio per i presidi acquatici estivi sul Lago Maggiore, bando dell’Autorità di Bacino lacuale dei laghi di Laveno, che con i propri assistenti bagnanti specializzati è presente sulle rive del lago con 4 suoi esperti e 14 sono invece quelli provenienti dai Bagnini di salvataggio di Roberto Carullo (che da due anni non partecipa al bando) ma che operano congiuntamente da Sesto Calende a Maccagno.

Il bagnino di presidio della zona, Massimo Lorito (nella foto) proveniente dal Gargano, per la verità non era ancora entrato in servizio, ma vista da riva la sequenza con il giovane Musa Touray che non riemergeva, non ha esitato un attimo e si è tuffato raggiungendo in poche bracciate la zona e quindi immergendosi verso il fondale riusciva a riportare in superficie il giovane ventenne ormai allo stremo delle forze che veniva issato sulla piattaforma, con la collaborazione di un secondo bagnino giunto nel frattempo sul posto, Leonardo Sforza. Lo stesso Massimo Lorito , riusciva a prestare le prime cure al ventenne rianimandolo. Sul posto è intervenuto anche il personale della CRI di Luino che ha prestato le cure necessarie. Il tempestivo intervento del bagnino di salvataggio e grazie al primo soccorso messo in atto dal personale della Cri, ha consentito al giovane Musa (benché un tantino e comprensibilmente scioccato dalla brutta esperienza vissuta) di rientrare con la comitiva e l’educatrice Serena a Legnano, senza ricorrere alle cure ospedaliere.

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