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LUINO - “IL PRETORE” DI CUVIO DIVENTA LUNGOMETRAGGIO

LUINO - “IL PRETORE” DI CUVIO DIVENTA LUNGOMETRAGGIO - Con “Il Pretore”, torna a Luino il grande cinema. Il progetto nasce dal desiderio di voler celebrare il centenario della nascita di uno tra i più eleganti e talentuosi narratori del novecento, Piero Chiara (all'anagrafe Pierino Chiara; Luino, 23 marzo 1913 – Varese, 31 dicembre 1986), acuto ritrattista, che ha popolato la sua città Luino e i l lago Maggiore, come la vicina Svizzera, di caratteristici personaggi: bellimbusti, seduttori attempati, perdigiorno, piccoli impiegati, giocatori, zitellone, donne sensuali alle prese con amori di straforo e intrighi da seminterrato. Lui, che grazie ai suoi romanzi ha reso celebre la sua terra natia vendendo centinaia di migliaia di copie a titolo e che attraverso le pellicole tratte proprio da queste ha reso eterni tali scenari. Tra i tanti ricordiamo: “Venga a prendere il caffè da noi” (regia Alberto Lattuada, 1970), “La stanza del Vescovo” (regia Dino Risi,1977), “Il cappotto di astrakan” (regia Marco Vicario,1980) e “Il piatto piange” (regia Paolo Nuzzi,1974). “Il pretore di Cuvio”, opera da cui è tratto il film, vincitrice nel 1973 del premio “Campione d’Italia”, proiettò per la prima volta Chiara in testa alle classifiche, grazie alle 130.000 copie vendute nel giro di un anno. L’opera, nel giugno 1976, entrerà a far parte della collana Oscar Mondadori.

Nonostante il grande successo di critica e pubblico “Il pretore di Cuvio” è il primo romanzo di Chiara a non aver conosciuto né traduzioni né versioni cinematografiche o televisive. Invano lo scrittore luinese approntò trattamento e sceneggiatura in vista di un film mai realizzato. È la storia di Augusto Vanghetta, pretore in sottordine con quasi quindici anni di carriera alle spalle, che arrivò a Cuvio, dov’era destinato in qualità di titolare, nel pomeriggio del 26 ottobre 1930. Cinquantenne, non attraente, ma che attrae donne d’ogni condizione, con il prestigio delle sue funzioni e le inconsuete virtù di una virilità irresistibile. La sua fama di don Giovanni però verrà messa a dura prova dalla scoperta che la moglie Evelina, più giovane di vent’anni e da lui condannata a una dura segregazione, lo tradisce con un altro uomo: il giovane di studio. Il tramonto delle fortune del pretore, travolto da un giro di debiti e di avventure e oppresso dalla prova schiacciante del tradimento: la nascita di un figlio che non può essere suo e sulla cui paternità indaga frenetico. La storia, ambientata nel periodo Fascista, lascia trasparire accanto agli aspetti comici e gustosi, una malinconia di fondo, tipica della provincia che Piero Chiara, come sempre, con maestria dipinge. SCENEGGIATURA e REGIA L’adattamento cinematografico verrà firmato dai fratelli Filippo e Dino Leonardo Gentili. Il tutto verrà supervisionato da Federico Roncoroni, curatore delle opere edite e inedite del Maestro Piero Chiara. La regia sarà affidata al talento del giovane Toni Trupia.

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