GIUSEPPE VERDI - LA CRISI E LA POLITICA - IERI COME OGGI -

GIUSEPPE VERDI - LA CRISI E LA POLITICA - IERI COME OGGI - Il 12 marzo 1878 Giuseppe Verdi scriveva all'amico Piroli: «La miseria è molta; è cosa grave e può diventare gravissima, compromettendo anche la sicurezza pubblica. Si tratta di fame!!!!!!!! Nelle grandi città il commercio è diminuito d'assai, i fallimenti frequentissimi e quindi mancanza di lavoro. Nelle piccole nostre città come Parma, Piacenza, Cremona, il proprietario non ha denari, e se ne ha qualche poco, lo tiene ben stretto in tasca perché ha paura dell'avvenire; è così troppo aggravato di contribuzioni, fa i lavori strettamente necessari, non dà lavoro ai giornalieri, il fondo peggiora ed intanto la ricchezza pubblica decresce. Se Voi vedeste da noi quanti giovani robusti che domandano lavoro! E ciò dovrebbe essere noto al "governo". Se io fossi il "governo" non penserei tanto al partito sia bianco, rosso, nero, penserei al pane da mangiare. Ma non parliamo di politica perché non me ne intendo e perché la detesto...almeno quella che è stata fatta finora. E intanto il "governo" pensa ad aumentare le imposte e a far strade ferrate. È veramente uno scherno. Ma per Dio se avete milioni spendeteli a fare lavori ai fiumi prima che ci allaghino tutti.

Poveri noi in che mani siamo, o ambiziosi o ignoranti. A me poco importa dei bianchi, dei rossi, dei neri, dei destri, dei sinistri, ma vorrei degli uomini capaci e pratici. Del resto se ne accorgeranno loro stessi più tardi, perché le imposte non si potranno più pagare». (Giuseppe Verdi)

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