La storia di Laveno Mombello

LAVENO MOMBELLO - LA SUA STORIA - Laveno Mombello è una località climaticamente e paesaggisticamente favorita, situata sulla sponda orientale del Lago Maggiore. Da secoli centro di smistamento dei traffici e del turismo, Laveno Mombello è servita da un’efficiente rete viaria: verso la Svizzera attraverso Luino, verso la Valcuvia, verso Varese e Milano e, mediante la strada panoramica che costeggia il lago, verso Sesto Calende ed il Piemonte. Numerosi sono inoltre i collegamenti con tutti i centri del Lago Maggiore, mediante una fitta rete di battelli e traghetti. Laveno è servita da due linee ferroviarie: le Ferrovie dello Stato (RFI) verso Milano e verso Novara cosi come verso la Svizzera e le Ferrovie Nord Esercizio (Trenord) Milano-Laveno. Adagiata ai piedi del Monte Sasso del Ferro (che si erge a picco sul lago), centro d’irradiazione di vie panoramicamente mirabili, Laveno Mombello si estende lungo la costa prolungandosi nei pittoreschi abitati di Cerro e Ceresolo, mentre Mombello si sviluppa sulle circostanti colline, ricche di verde e di respiro. Una stupenda cornice di monti, sulla sponda opposta del lago, fa da corona all’incantevole panorama lacustre: il Mottarone, il Piancavallo ... e, più in alto, le Alpi Pennine e il gruppo del Monte Rosa - Dista da Varese:Km 22 Superficie comunale: Kmq. 25,92 - Altitudine: m 193,850 S.l.m. Prefisso telefonico: 0332 - C.A.P. 21014 - Laveno (Lago Maggiore) Mombello (Lago Maggiore) e Cerro (Lago Maggiore); sono divenute un unico comune, denominato Laveno Mombello, con il Regio Decreto del 19.12.1927. Il comune è collocato in provincia di Varese, con i suoi circa 9.000 abitanti, è uno dei più importanti centri climatici turistici, culturali e storici del Lago Maggiore. Confina a nord-est con Castelveccana, a est con Cittiglio, a sud-est con Caravate, a sud con Leggiuno e Sangiano, ed a ovest col Lago Maggiore e quindi con la Regione Piemonte. È uno dei maggiori scali portuali del lago. Per quanto rigarda i porti del settore pubblico e per la navigazione da diporto, oltre al porto comunale (Via Volta) e a quello turistico, Porto Labieno (Viale Da Angeli Frua), il secondo porto comunale è a Cerro di Laveno. E' poi presente un'imbarcadero della Gestione Governativa Laghi, che collega con i suoi traghetti o motonavi per il trasporto persone, automobili, pullman e mezzi da trasporto su gomma, Laveno a Verbania-Intra. Il Comune lacustre di  Laveno, Mombello e Cerro, è composto da altri agglomerati, come Ceresolo e Ponte, vi sono inoltre località panoramiche e collinari, come le Cascine (490 m.) Monteggia (394 m.) Montecristo e Brena (334 m.) Casere (768 m.). Detta da alcuni la "Capitale Turistica della sponda orientale", Laveno è stata sinonimo di "Paese della Ceramica" e si è imposta per diversi decenni, sino al 2011, quale centro di importanti iniziative di promozione turistica e culturale. Climaticamente e paesaggisticamente favorita, grazie al suo riparato e suggestivo golfo naturale è uno stupendo scrigno di bellezze paesaggistiche. Di Mombello si hanno le prime notizie attraverso le tracce di insediamenti primitivi, quali i resti di palafitte risalenti al 3.000 A.C. nella zona protetta collinare detta "Torbiera".

Gli insediamenti di Laveno e Cerro, sono di epoche più recenti; le prime notizie di Laveno risalgono all'epoca romana, si dice al proposito che il nome Laveno risalga al Generale romano Labieno, che si era opposto ai Galli sulle alture dell'agglomerato più antico Mombello, la cui origine etimologica sembra essere infatti "Mons belli", ovvero "Monte della Guerra". Dominata dapprima da Longobardi e Franchi, Laveno e Mombello fecero parte del Comitato del Seprio; in seguito vi furono le infeudazioni dei Visconti, degli Sforza, dei Borromeo e dei Besozzi. Dopo le pagine della dominazione spagnola, Laveno passò sotto gli Austriaci, il cui dominio continuò anche dopo la parentesi napoleonica. Il paese, è stato anche centro di importanza commerciale, ed oltre ad essere all'epoca un centro di pescatori e agricoltori, annoverava attorno al 1800 una propria importante borsa per le granaglie, piazza di rilievo e di riferimento per il milanese, il Canton Ticino e per i paesi rivieraschi. Testimonianza attuale, resta per certi versi il suo mercato settimanale che si tiene il martedì e che ne ha dato una seppur diversa, continuità storica. E' di quell'epoca (1856) l'insediamento in riva al golfo di una fiorente vetreria, la Franzosini, chiusa poi dagli austriaci dopo il ritrovamento al suo interno, di libelli manzoniani. Poi si registrò la nascita (negli stessi edifici della vetreria) della prima ceramica lavenese, fondata da Carnelli, Caspani e Revelli, dislocata nell'area della ex Ceramica Lago (dove oggi sta sorgendo un comparto ricettivo turistico e un capiente albergo da poco aperto al pubblico) successivamente ampliata, grazie alla sua ricercata produttività, la ceramica ha fatto registrare la nascita di ben quattro comparti industriali, con la "Lago", la "Ponte", la "Boesio", la "Verbano"; prima come "Società Ceramica Italiana", poi come "Richard Ginori" (Società quest'ultima dichiarata fallita all'inizio del 2013) ed infine, in tutti i sensi, la "Pozzi Ginori". Industria a sé stante invece restò in quegli anni, la "Revelli", fondata nel 1885. Una produzione ceramica fiorente, quella lavenese, dedicata prevalentemente al vasellame, sanitari e isolatori, ceramica d'uso, ma registrò anche un rinomato settore artistico. Ceramica che oggi è pressochè scomparsa, almeno quale produzione industriale a partire per prima dalla Revelli, alla fine degli anni 70, poi toccò alla "Lago", cosi come alla "Verbano", che registrò prima la trasformazione del 1982 in, Cooperativa Ceramica Industriale Verbano, ma che chiuse, dopo una tormentata vicenda, 1997. Stessa sorte toccò prima alla Ponte e poi alla "Boesio". La Boesio, registrò per un breve periodo, un tentativo di ripresa con l’avvio, nel 1990 della Bone China, la produzione di una pregiata porcellana. Purtroppo chiuse due anni dopo e oggi l’area ospita un nuovo quartiere residenziale. A Laveno Mombello resta tuttavia la ceramica artigianale e artistica. Diversi coloro che tuttavia, non rimpiangono quel periodo, che pur dando un certo benessere finanziario e occupazionale, raccontano di come la ceramica portò anche la silicosi. Ma tornando all'800, il 30 maggio del 1859, Laveno Mombello fu teatro di importanti pagine di storia, come le battaglie perse dall'eroe dei due mondi Giuseppe Garibaldi, le cui truppe dei Cacciatori delle Alpi, furono respinte dagli austriaci asserragliati strategicamente nei fortini lungo il golfo e sul colle San Michele, una prima volta via lago e successivamente via terra. Di questi scontri resta oggi a testimonianza, presso la Torre del Castello di un ossario, che fu visitato dallo stesso Garibaldi al termine della guerra, oltre al "Fortino", posto sul golfo verso Cerro (di proprietà privata) e la caserma di punta S. Michele, che ospitò per anni il blasonato Club Velico Est Verbano, fucina di grandi campioni della vela come il pluricampione del mondo Tiziano Nava, ed oggi sede della Lega Navale. Parlando di Cerro bisogna ricordare: Registrato agli atti del 1751 come un borgo di 160 abitanti, nel 1786 Cerro entrò per un quinquennio a far parte della Provincia di Varese, per poi cambiare continuamente i riferimenti amministrativi nel 1791, nel 1798 e nel 1799. Alla proclamazione del Regno d'Italia nel 1805 risultava avere 236 abitanti.

In età napoleonica il comune di Cerro con Ceresolo venne aggregato al vicino comune di Laveno, ma poco dopo in seguito alle proteste popolari venne distaccato da Laveno ed aggregato a Leggiuno. Il comune recuperò la propria autonomia con la restaurazione austriaca. Nel 1853 registrò 304 residenti.

All'Unità d'Italia, 1861, il comune di Cerro contava 321 abitanti; due anni dopo assunse la denominazione di Cerro Lago Maggiore, per distinguersi da altri comuni omonimi.

Nel 1927 il comune di Cerro Lago Maggiore coi suoi 517 residenti venne fuso con i comuni di Laveno e Mombello Lago Maggiore, formando il comune di Laveno Mombello.

 

A Cerro e Ceresolo, più che a Laveno, resistettero nel tempo le attività legate alla pesca, oggi quasi completamente scomparse. I due paesi sono oggi interessanti località di soggiorno turistico, le cui bellezze naturali furono apprezzate dai Conti Stampa, nella residenza di Gattirolo e da Alessandro Manzoni, che vi soggiornarono per diverso tempo. A Cerro, il Chiostro con il suo porticato in granito di Baveno, posto all'interno del Palazzo Guilizzoni (oggi Palazzo Perabò) ospita la Civica Raccolta di Terraglia (ideata da Vittorio Longobardi e realizzata dal Comune con l'apporto dell'arch. Antonia Campi), poi denominata "Museo Internazionale del Design Ceramico", è uno dei monumenti storici del lavenese, salvato grazie ai successivi interventi, negli ultimi decenni, dalle Amministrazioni Comunali che si sono succedute. Si tratta di un'importante realtà, uno spaccato di storia della ceramica lavenese, che mostra le produzioni, l'arte e il lavoro di quanti, in anni e anni di produttività e sacrificio, hanno saputo far meritare al comune l'appellativo di "Paese della ceramica". A Ceresolo è stata recentemente restaurata l'antica chiesetta del XI secolo dedicata a S. Defendente, che conserva il suo campanile romanico. Laveno vanta, quali edifici di culto, la chiesa di S. Maria in Ca' Deserta con il suo altare ligneo barocco. L'antica chiesa parrocchiale e la cappella Gentilizia dell'Immacolata. La chiesa dei SS. Filippo e Giacomo con il suo particolare campanile a punta che spicca lungo il golfo, innalzato in epoca successiva (si dice per meglio far notare l'orologio ai pescatori). A Mombello l'oratorio di S. Maria di Corte, del sec. XII-XIII, con affreschi del XVI secolo recentemente restaurato e riportato a vita nuova dai mombellesi. Alla Rocca di Mombello, l'antico oratorio di S. Michele, lazzaretto del periodo della peste del '600 (recentemente restaurato) riedificato in ringraziamento a S. Michele nel 1727, come testimonia l'iscrizione conservata all'interno della chiesetta.

All'esterno è collocata un'antica area altare forse di epoca longobarda. Vi è poi la Parrocchiale dell’Invenzione di S. Stefano Protomartire, al centro del paese in cui si può ammirare un presbiterio interamente affrescato da un pittore del '600, identificato, secondo l'ipotesi di padre Angelo Maria Caccin (il primo priore dell'Eremo di Santa Caterina del Sasso) con il pittore De Advocatis che nel 1612, affresco una cappella dello stesso Santuario di S. Caterina del Sasso Ballaro, monumento questi di notevole bellezza, esistente ad una decina di chilometri da Laveno Mombello, nel comune di Leggiuno.

Oggi Laveno è divenuta punto nodale per il passaggio obbligato del turismo internazionale, sia verso la Svizzera, che verso la sponda piemontese e viceversa. A Laveno confluiscono due reti ferroviarie: capolinea delle Ferrovie Nord Milano, e stazione di transito per le Ferrovie dello Stato (Reti Ferrovie Italia) collegate da una parte con la Gallarate-Milano e la Laveno-Novara, dall'altra con la Laveno-Luino-Bellinzona. Vi è inoltre la linea della Navigazione del Lago Maggiore, che con le motonavi traghetto, ed i battelli, che consente di raggiungere le località della sponda piemontese del Verbano, permettendo così il collegamento con tutti i paesi rivieraschi delle due sponde. Per il traffico su gomma convergono su Laveno tre importanti raccordi stradali: la provinciale n°69 Laveno-Luino e quindi per la Svizzera; la Laveno-Angera verso Sesto Calende e le autostrade Milano-Alessandria, la Voltri-Sempione e la Laveno-Varese, che si collega poi con l'autostrada per Milano. Divenuta negli anni 70/80 una sorta di "Cinecittà del Verbano", la cittadina lacustre, grazie soprattutto all'attore lavenese Renato Pozzetto, ha registrato la realizzazione di molti film dello stesso.

Con Pozzetto a Laveno Mombello sono giunti importanti artisti e registi che hanno portato nel mondo le bellezze del suo golfo e del suo lago. Ultimo lavoro tele-cinematografico di Pozzetto "Casa & Bottega". Una miniserie televisiva le cui riprese con Nino Frassica e Anna Galiena sono state ospitate a Laveno Mombello. Sempre nel mondo televisivo Laveno ospitò per oltre un decennio una sede televisiva "Telelaveno" divenuta poi "Televerbano" e prima ancora, nel 1976 grazie a dei giovani (Casagrande, Perozzo, Vanoli, Beltrami e Astolfi) le sedi radiofoniche di Radio Laveno e Radio Paesi Uniti. Laveno Mombello vanta inoltre la presenza di grandi sportivi come il pluricampione del mondo di vela e tattico per tre volte di "Coppa America" Tiziano Nava; campioni italiani di canottaggio, oppure campioni del ciclismo, del motorismo, con l'ex-crossdromo Mondiale dello S.C.A.G. Ma anche grandi personaggi dell'alpinismo come Roncaglioni. Grandi artisti della ceramica da Biancini ad Andloviz, da Costantini a Reggiori, alla cittadina onoraria Antonia Campi. Adagiata ai piedi del Monte Sasso del Ferro, Laveno gode degli impianti di risalita della Funivia del Lago Maggiore, sulla cui vetta, a poggio S. EIsa, è dislocato anche un ristorante panoramico situato ad oltre mille metri, con 18 camere panoramiche. Da questa altura si ammirano suggestivi, ed unici panorami, coni verdi vallate, i laghi varesini e novaresi, sullo sfondo di montagne come il Monte Rosa, il Mottarone, lo Zeda, il Limidario, il Campo dei Fiori ecc. . Dal Sasso del Ferro, divenuto dagli anni 70, la "Patria del Volo Libero", si lanciano ogni anno centinaia di deltaplanisti e appassionati del parapendio, che offrono nel contempo richiamo turistico e di spettacolo, soprattutto nei fine settimana, con risvolti agonistici di prestigio a livello mondiale, come la presenza in zona di un'attività produttiva, legata alla fabbricazione di deltaplani, come la blasonata "Icaro 2000", più volte Campione del Mondo. Questo grazie a dei pionieri, come i fratelli Lioi, che per primi solcarono i cieli lavenesi con i deltaplani nel 1975. Ma dal monte, guardando in basso, si riscoprono le bellezze di una Mombello adagiata in uno scrigno di smeraldo, sulla collina circondata da verdi boschi e prati; la stupenda insenatura della frazione Cerro e la sua spiaggia. Cerro, patria del grande futurista Russolo e sede del prestigioso Museo delle Terraglie, frazione lavenese detta la balneare, per la sua nota spiaggia; poi, proprio più sotto fra le colline che declinano sino a tuffarsi nel lago, Laveno e il suo stupendo golfo che tutti ci invidiano. Un lago, il Maggiore, graffiato dalle candide vele e dal cadenzato via vai dei traghetti della NLM, che consentono un continuo collegamento con la sponda piemontese del Verbano. Per tutto questo sono in molti a considerare il centro lacustre come la "Capitale Turistica del Verbano Orientale". Certo, in questo senso vi è ancora molto da fare o riguadagnare !  - Claudio Perozzo -

 

 

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