LAVENO MOMBELLO – FALLITA LA RICHARD GINORI

LAVENO MOMBELLO – FALLITA LA RICHARD GINORI - Lo storico marchio della Richard Ginori, che già era stata posta in liquidazione nella primavera del 2012, è stata dichiarata fallita dal tribunale di Firenze. La decisione è stata depositata davanti ai giudici chiamati a pronunciarsi sull'ammissibilità o meno dell'azienda al “concordato preventivo”. Nessuno poteva certamente immaginare un simile epilogo. La decisione dei giudici fiorentini è arrivata alle 10.30.

Protesta, rabbia e urla da parte dei tanti dipendenti, che ancora speravano, mentre i sindacalisti cercano di contattare i liquidatori per capire che succederà ora ai 314 cassaintegrati di Sesto Fiorentino. Pensare che vi era una cordata, quella composta da Lenox e Apulum, pronta a rilevare l'azienda e farla ripartire. L’azienda conosciuta in tutto il mondo, è stata un’importante presenza storica e produttiva, anche per Laveno Mombello, dove con la Pozzi, aveva rappresentato lavoro. L’azienda è fallita, travolta dai debiti. 277 anni di storia di produzione e lavoro, non saranno cancellati, ma conclude cosi amaramente un marchio di grande importanza nel settore ceramico. La notizia è stata commentata da pochi a Laveno. L'azienda che era stata fondata nel 1735 a Sesto Fiorentino, in provincia di Firenze, nel corso di più di due secoli è stata in grado di abbellire le case dei più fortunati, con momenti di vero pregio e bellezza anche ad un pasto. I suoi piatti erano stati esportati persino in America ed a bordo delle grandi navi. A Laveno Mombello la storia della ceramica inizia invece nel 1856, quando provenienti dalle esperienze Richard di Milano S.Cristoforo, arrivano a Laveno Mombello gli imprenditori Caspani, Carnelli e Revelli e fondano nei capannoni a lago dell’ex vetreria Franzosini, la Società Ceramica CCR. Nel 1883 la società ceramica diventa Società Ceramica Italiana, nel 1965 che la SCI viene assorbita dalla Richard Ginori, un passaggio che non piace molto ai ceramisti lavenesi, che temono chiusure e che la vedevano concorrenziale sul proprio mercato delle porcellane da tavola; ed hanno ragione visto che un anno dopo viene chiuso il reparto lavenese delle porcellane e trasferito a Chieti. Nel 1974 la dirigenza denuncia 4 sindacalisti della commissione interna, per un corteo non autorizzato, ma il tribunale di Varese li assolve. Note poi le lotte sindacali di quel tempo. Nel 1970 la maggioranza azionaria passa al noto personaggio della finanza Michele Sindona, nel 73 con la Liquigas di Raffaele Ursini e già nel 1974 gli stabilimenti lavenesi diventano Pozzi&Ginori e si inizia a respirare aria di crisi, tanto che dal 1981 si iniziano le chiusure con l’arrivo di Salvatore Ligresti e con le proprietà che puntano maggiormente al settore immobiliare. Per questo che a Laveno Mombello parlare di Richard Ginori non piace a diversi. Ora a quanto pare, i rilanci dell'immagine aziendale avvenuti negli ultimi anni e gli investimenti non sono stati sufficienti a rimontare in sella. Rimane il fatto che un pezzo di storia della cucina italiana svanisce, così come polvere al vento. Quella polvere che i lavenesi hanno respirato per anni, causa della silicosi di alcuni, portando una tristezza infinita.

 

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