La storia di "Campanile Sera"

LAVENO MOMBELLO – Nel 1961, Laveno Mombello viveva una delle stagioni turistiche più importanti a livello nazionale, senza nulla togliere alla notorietà e prestigio che gli derivava quale "paese delle ceramiche". Era l'anno della trasmissione televisiva Rai di “Campanile Sera”. Va subito detto che all’epoca la Rai (Radio Televisione Italiana) era con il suo primo canale, l’unica emittente televisiva il che polarizzava le serate italiane sul piccolo schermo in VHF, anche se, nella zona di confine si poteva iniziare a captare il segnale della Televisione della Svizzera Italiana, che muoveva allora i primi passi, con la presenza di molti artisti e tecnici italiani nella "rimessa" di "Paradiso" a Lugano. Per questo l’evento televisivo assumeva un’importanza nazionale di grande spessore. Una sorta di “Giochi Senza Frontiere”, programma che giunse sugli schermi TV qualche decennio dopo. "Campanile Sera" metteva di fronte competitivamente diverse cittadine turistiche italiane, con una serie di giochi di abilità, cultura e spettacolo. Una trasmissione fortunata, che non si è mai capito perché la RAI non l'abbia mantenuta, visti anche gli alti indici di ascolto. A "Campanile Sera", Laveno Mombello, questo piccolo paese del Lago Maggiore ebbe una notevole popolarità, pur scontrandosi televisivamente e agonisticamente con grandi centri e città, nella titanica sfida che la vide opposta a località turistiche ben più conosciute e con certamente maggiori risorse. Per questo sorprese gli stessi organizzatori e autori del programma televisivo, quando questo piccolo paese di 9.000 abitanti, restò protagonista per ben 6 settimane. Un record per questa trasmissione, che basava il suo programma su rapide apparizioni di località turistiche, quel tanto che bastava per fare pubblicità, alle varie località italiane.

Le prove e le sfide sulle piazze, erano le più disparate, dalle gare per personaggi di “maggior peso” che si riusciva a presentare, cercando anche nei paesi vicini, alle sfide di canto e musica fra dilettanti, alla costruzione di grandi scenografie per giochi popolari, ai quiz di cultura e attualità. La trasmissione collegava in diretta due località, in prevalenza una del Nord, ed una del Sud d’Italia e il tutto veniva coordinato dal Teatro della Fiera di Milano, dove avvenivano altre gare fra le compagini in lizza. A Milano, nel già celebre Teatro della Fiera della Rai, presentava Mike Buongiorno che faceva da regia e perno alla trasmissione, mentre sulle opposte piazze si trovavano Enza Sampò, ed Enzo Tortora. A Laveno toccò proprio ad Enzo Tortora, che molti ancora ricordano non solo per la grande signorilità e professionalità, ma anche per un suo ingresso a dorso di elefante, che venne prestato per l’occasione dal Circo Togni. Si iniziò la sfida lavenese proprio nell'agosto del 1961 e alla prima serata Laveno Mombello, si trovò di fronte Taormina, città turistica siciliana che usciva vincente da altre sfide. Si disse che tuttavia ne valeva la pena, anche per una sola serata, che avrebbe portato comunque Laveno Mombello alla ribalta nazionale. Invece la sfida televisiva fu quasi a senso unico a favore di Laveno Mombello, che riuscì a battere la grande Taormina, la città campione della trasmissione televisiva, con lo straordinario punteggio di 10 a 4, malgrado che tutti, autori compresi, pensavano che Laveno Mombello avrebbe fatto solo una comparsata, per arricchire la presenza di Taormina. La trasmissione settimanale vide la grande troupe della Rai restare così inaspettatamente a Laveno Mombello. Allora le dirette televisive richiedevano un grande dispendio tecnico-organizzativo e di personale, ed a Laveno Mombello erano presenti pullman regia, camion e furgoni ricolmi di attrezzature e un centinaio fra tecnici, operatori tv, scenografi, costumisti, truccatori, elettricisti, etc. Si continuò così la settimana dopo, quando Laveno sconfisse la forte Fiuggi, con un secco 7 a 2 e ci si rese conto allora che Laveno Mombello era veramente agguerrita. Con lo slancio delle prime due vittorie, fu la volta della città di Tagliacozzo, il cui compito, per gli autori, era quello di “spazzare via” Laveno Mombello, si disse infatti, che era una città ben preparata e quanto mai decisa a tenere per qualche settimana sulle avversarie.

Ma tale era la carica di Laveno Mombello, che con la collaborazione dei paesi vicini e delle industrie ceramiche lavenesi, Tagliacozzo, venne invece travolta, letteralmente spazzata via con un secco 9 a 1. Laveno Mombello cominciava così a ricevere il tifo di molte città del Nord e si disse, che gli indici di ascolto subirono una gradevole impennata la terza settimana, quando Laveno Mombello venne chiamata a misurarsi contro la città di Grado. Ma anche in questo caso di vinse per ben 8 a 3. In campo la Rai chiamò allora un'altra città come Francavilla a Mare, che però, dopo una battaglia fra le più belle a suon di note e spettacolo, dovette anche questa cedere per 7 a 2 al "paese" di Laveno Mombello. A questo punto, il nostro paese lacustre cominciava a preoccupare gli autori RAI, che pensavano a un possibile crollo di ascolti e così, spulciando fra le pieghe del regolamento e mettendo in campo avverso anche dei veri professionisti dei super campioni, Laveno Mombello dovette alla fine cedere le armi contro Salò, con una sconfitta più da copione, che per un vero valore aggiunto di Salò e con il punteggio di 9 a 2. Ma come detto più che una vittoria di Salò, fu una sconfitta inferta (si disse a tavolino) dallo stesso Mike Bongiorno e dagli autori, mentre da parte sua Enzo Tortora, tentò da vero "signore", ma invano, di difendere sino all'ultimo la cittadina lacustre. Tutto questo mentre Enza Sampò, non fece che il proprio gioco, ovvero far vincere la cittadina di Salò. I lavenesi dovettero così amaramente soccombere e vani risultarono i successivi tentativi di ricorso da parte degli stessi amministratori comunali dell’epoca, viste anche le plateali scorrettezze messe in atto. Ancora oggi molti lavenesi ricordano come il “re” dei presentatori, il popolare e scomparso Mike, (che poi trovò casa proprio sul Lago Maggiore ad Arona) alla sconfitta di Laveno Mombello, se ne usci con la frase: «Signori, finalmente.. dopo sei settimane di Laveno Mombello…abbiamo ora un nuovo campione: Salò». La frase suonò ai lavenese come: “Era ora.. di Laveno non se ne poteva proprio più”. Una beffa per i lavenesi. Ma tuttavia, beffa a parte la trasmissione aveva comunque portato Laveno Mombello sul palcoscenico nazionale, seminando così una promozione turistica di grande rilievo e lasciando in eredità, una manifestazione unica nel suo genere, visto che da "Campanile Sera", ha continuato per altri 50 anni nel periodo estivo a cura della allora fattiva Pro Loco, il “Ferragosto Lavenese” che ha attinto a piene mani proprio da una di queste serate del programma televisivo che ha richiamato migliaia di spettatori lungo il golfo lavenese. Da "Campanile Sera" si è infatti attinto per la sfilata di barche illuminate prima, e poi anche folcloristiche e allegoriche. Nata inizialmente come la «Lanterna d'Oro» e divenuta successivamente il «Trofeo del Golfo», su suggerimento dallo scomparso cittadino onorario Avv. Franco Bassani, così come lo straordinario spettacolo pirotecnico finale, prodotto dai pirotecnici di Mondragone, senza dimenticare la gara del palo della cuccagna sul lago. E' forse grazie anche a questa iniziativa che Laveno Mombello si era valsa del titolo regionale di «Capitale del Turismo» della sponda varesina del Verbano. Purtroppo oggi, questa manifestazione, come quella carnevalesca è passata prima di mano al comune, che l'ha ridotta ad un semplice spettacolo pirotecnico (senza neppure il pudore di cambiarne almeno il nome) visto che alla Pro Loco sono stati da tempo tolti i necessari finanziamenti e il diretto coinvolgimento e ridando poi alla Pro loco la stessa manifestazione, ma senza gli introiti di un tempo (la Pro Loco infatti dopo il periodo d'oro dei finanziamenti della ceramica, poi della "Fiera Campionaria" aveva avuto la gestione del "Chiosco di Cerro", tolto questo dei "Campi da Tennis" e poi il vuoto, anche finanziario. Un vero peccato per l'epoca! Ora una nuova Pro Loco finanziata da una nuova amministrazione comunale, sembra intenzionata a risalire la china, ma quanto tempo sprecato, mentre Luino, Angera e sulla opposta sponde del lago Arona, sono divenute le reginette del turismo lacustre.  Claudio Perozzo -

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